Lo ammetto: l’uso spasmodico dei programmi di grafica nel mondo della bellezza, della moda e dello spettacolo è un argomento che mi sta a cuore. Il motivo è semplice: ho orecchie per sentire e occhi per vedere e grazie a questo deduco, giorno dopo giorno, che le donne e le ragazze comuni sono spesso fin troppo condizionate (a volte anche ossessionate) dall’idea di essere imperfette.
Idea che non nasce certo da una riflessione autonoma e scevra da influenze esterne, anzi: in larga parte l’opinione che abbiamo di noi stesse e della nostra fisicità è riparametrata sui modelli dominanti proposti dall’industria dello spettacolo e della moda. Lo sfociare in vere e proprie ossessioni, specialmente nelle più giovani, diventa sempre più frequente.
La provocazione della foto d’apertura è proprio mostrare le potenzialità illusorie del make up e del fotoritocco e far capire che non tutto è ciò che sembra: la perfezione che vediamo ritratta sui cartelloni pubblicitari è solo un’illusione ben costruita.