Qual è il motivo per cui, tra tutti i settori economici, quello della cosmesi riesce ad emergere dall’acquitrino della crisi economica? Parliamone in modo sintetico e razionale, senza star troppo a disquisire sulla fenomenologia sociologica del dato di fatto e senza soffermarci sui dettagli tecnici. Una mini premessa è d’obbligo: non si vuole, con quest’articolo, essere esaurienti dal punto di vista economico: non abbiamo certo queste pretese! Credo però sia interessante capire perché alcune donne (ma anche uomini) oggi più che mai si sentano appagati nell’acquisto di prodotti per la cura di sè, mentre magari fino a pochi anni fa era un piacere per loro sconosciuto.
Il fatturato del mondo della cosmesi e della bellezza (intendiamo qui tutto il comparto, compresi i prodotti dedicati ai bebè, le SPA, le palestre…) è in costante crescita e non ha subìto rallentamenti neppure di fronte alla crisi. Emblematico, a questo proposito, il successo di anno in anno crescente dell’evento Cosmoprof. Perché questa contro-tendenza? Semplice: la maggior parte delle persone “normali” non può acquistare macchine di lusso, borse da migliaia di euro nè sottoporsi ad esosi trattamenti chirurgici. La parola “rinuncia” è sempre più spesso usata per indicare la condizione fondante della propria esistenza.